Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA &
ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 24
novembre 2018.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la
sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici
selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: BREVI
INFORMAZIONI]
La BPCS (Brief Post-Coma Scale) è
un nuovo utile strumento di valutazione. Uno studio multicentrico italiano, promosso dalla Fondazione Santa Lucia
di Roma e dall’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, ha verificato la
validità della BPCS su 545 pazienti con disturbi della coscienza. La BPCS è uno
strumento diagnostico snello, sviluppato come versione ridotta della Post-Coma Scale, che consente di
distinguere lo stato minimamente
cosciente (MCS) dalla sindrome della
veglia non responsiva (UWS), nota anche con la denominazione classica di stato vegetativo (VS). La BPCS è stata
posta a confronto con la versione italiana della Coma Recovery Scale-Revised (CRS-R), con la Disability Rating Scale (DRS), con la Level of Cognitive Functioning (LCF) e con la Glasgow Outcome Scale (GOS). Lo studio ha evidenziato correlazioni
statistiche significative fra la BPCS e le scale con le quali è stata posta a
confronto, confermando la validità del suo impiego. [Formisano R., et al. Neurol Sci. 39 (9): 1651-1656, 2018].
Il cervelletto ha un ruolo nella percezione della gravità. Il superamento della vecchia concezione della fisiologia cerebellare,
limitata al controllo posturale e motorio, era già bene sintetizzato
nell’intervista al nostro presidente del 2003, alla quale si rinvia per il
dettaglio delle “nuove” funzioni cerebellari. Ora, MacNeilage della University
of Nevada (Reno) e Glasauer della Brandeburg University (Cottbus-Seftenberg)
hanno dimostrato l’importanza del cervelletto nella percezione
dell’orientamento spaziale, particolarmente attraverso la sua significativa
partecipazione all’elaborazione dell’informazione vestibolare. [Curr Biol. 28 (22): R1296-R1298, Nov. 19,
2018].
Il CGRP (calcitonin gene-related
peptide), dalla scoperta ai più recenti sviluppi della ricerca sui suoi
ruoli. La scoperta del CGRP, avvenuta
oltre 35 anni fa mediante tecniche di biologia sperimentale, fu seguita
dall’individuazione della sua attività vasodilatatrice e della partecipazione
all’elaborazione delle informazioni nocicettive nella percezione del dolore. Attualmente
si dispone dell’approvazione all’uso clinico di suoi antagonisti e anticorpi
che si sono rivelati efficaci contro l’emicrania. Le altre attività
fisiologiche e le potenziali applicazioni cliniche di agonisti e bloccanti
selettivi della sua azione sono oggetto di studio e di un’approfondita
discussione, sviluppata mediante un’esaustiva rassegna da Arkless e colleghi, e
proposta quale capitolo introduttivo nel nuovo Handbook of Experimental Pharmacology. [Arkless K., et al., B Handbook of Experimental Pharmacology AOP - doi:
10.1007/164_2018_129, Nov 15, 2018].
Spiegato il mistero dei comportamenti coordinati delle società animali. I meccanismi che hanno consentito l’emergere delle dinamiche di gruppo
nelle società animali sono in massima parte ignoti. Pertanto, i comportamenti
coordinati che costituiscono l’elemento distintivo di una società animale non
hanno trovato fino ad oggi una spiegazione. Takahashi riferisce di ricerche in
un grande gruppo di Suricati (meerkats)
che hanno riconosciuto l’esistenza di anelli retroattivi (feedback loops) responsabili della comparsa di scambi vocali
coordinati. [Cfr. Curr Biol. 28 (22):
R1298-R1300, Nov. 19, 2018].
La vortioxetina: un nuovo farmaco per il trattamento della depressione
maggiore. La vortioxetina è un nuovo
antidepressivo approvato per il trattamento del disturbo depressivo maggiore
negli adulti, con una posologia basata su compresse da 5 a 20 mg e una dose
giornaliera raccomandata di 10 mg. Gonda e colleghi hanno proposto una
revisione degli studi preclinici e clinici all’attenzione di psichiatri e
ricercatori. L’analisi neurochimica, farmacologica e comportamentale mostra i
numerosi vantaggi in termini di efficacia, estesa ai sintomi cognitivi, e di
bassa tendenza a causare effetti collaterali indesiderati. In termini
farmacodinamici agisce con alta affinità da bloccante del SERT, da agonista del
5-HT1A e da antagonista di 5-HT3, 5-HT7. I trials
clinici di breve e lunga durata sembrano dimostrare un’efficacia maggiore
di quella ottenuta con alcuni SSRI di riferimento; tuttavia, a nostro avviso, è
opportuno proseguire le valutazioni cliniche di sicurezza, tollerabilità ed
efficacia. [Cfr. Expert Opin Drug Discov. Nov.
20: 1-9, 2018].
La maschera e l’eclissi dell’identità, dal carnevale romano di Goethe a un
esercizio di “giusta distanza”. La riflessione sull’esperienza della bellezza sviluppata nelle scorse
settimane al seminario permanente sull’Arte del Vivere ha riconosciuto la
necessità di un riferimento ad un ordine simbolico sociale, materialmente
condiviso nell’esperienza di relazione: “Perché tali esperienze possano
svolgere effettivamente un ruolo nell’economia psichica, come abbiamo visto,
non è sufficiente un generico riferimento ad una realtà culturale, ma è
necessario un collegamento attuale ad una rete simbolica di senso interpretata
e vissuta da persone reali. L’esempio “laico” di Goethe (in “Notule” del
6-10-18) e cristiano di Dostoevskij (in “Notule” del 13-10-18) propongono
realtà in cui il valore della bellezza induceva concezioni e comportamenti
condivisi, secondo modi che oggi rappresenterebbero una rara eccezione alla
regola, come si è detto all’inizio di questo percorso seminariale: “Tale
atteggiamento puro è sempre più raro da osservarsi e non è più insegnato quale
valore e possibilità di esercizio del senso estetico. Al contrario, si assiste
quasi esclusivamente all’impiego dell’immagine o dell’aspetto attraente per il
fine commerciale della pubblicità o lo scopo della seduzione: il bello relegato
a mezzo di adescamento è la regola, così che la coscienza sociale del suo
valore di nutrimento psichico si indebolisce sempre di più.” (v. nelle “Notule”
del 29-09-18 Atteggiamento puro e
contemplazione della bellezza).” (v. nelle “Notule” del 03-11-18 La bellezza quale dimensione etico-estetica
di un luogo sicuro e protetto di esperienza umana).
Il caso particolare dell’esperienza
estetica rinvia ad una più generale necessità di condividere una dimensione
simbolica di valori di qualità e di senso. La concezione comune, che crea i
presupposti per una condivisione sociale dell’esperienza individuale e, dunque,
per un effetto di realtà sul nostro
cervello, è indispensabile per ottenere l’innesco di quei circoli virtuosi
culturali e umani che sostengono un agire efficace.
In proposito, i due temi del valore astratto condiviso e dell’efficacia psichica e spirituale,
introdotti dall’analisi dei brani del Viaggio in Italia di Goethe (in “Notule”
del 6-10-18) sono stati impiegati nella lettura di un’altra parte della stessa
opera, con un valore esemplare circa il gioco, consentito dalla maschera e
dalla finzione, di eclissi identitaria
ed uscita dal sistema dei segni sociali
di senso che si identifica con la realtà.
Qui di seguito si riportano alcuni
stralci dal racconto del carnevale romano di Goethe, dal quale ha preso avvio
la discussione:
“Ecco arrivare di corsa un
pulcinella, con un gran corno penzolante da nastri multicolori legati alla
cintola; gli basta compiere, mentre discorre con le donne, una piccola mossa
licenziosa per far rivivere nella santa città l’antico dio degli orti (Priapo),
e la sua scurrilità suscita piuttosto risate che indignazione. […] Poiché le
donne si divertono a mostrarsi vestite da uomo, non meno che gli uomini a
vestirsi da donna, neppure loro hanno perso l’occasione di indossare l’amato
costume pulcinellesco, ed è innegabile che spesso tale aspetto ambiguo le rende
assai seducenti. […].
Soprattutto le ragazze e le donne ne
approfittano per spassarsela a loro gusto. Ognuna cerca solo di uscir di casa,
di mascherarsi in qualche modo e, siccome ben poche dispongono di molto danaro
da spendere, ne inventano di tutte per escogitare modi e maniere di camuffarsi,
più ancora che agghindarsi.
Una mascheratura molto facile è
quella da accattone e da accattona; ci vogliono soprattutto dei bei capelli,
poi una maschera da viso bianchissima, un pentolino di coccio appeso a un
nastro colorato, un bastone e un cappello in mano. […] Altre vanno più per le
spicce: si avvolgono in una pelliccia, oppure compaiono elegantemente vestite
da casa e col solo volto mascherato. Generalmente passeggiano senza
accompagnatore e, come arma sia d’offesa che di difesa, portano una scopetta
fatta d’infiorescenze di giunco legate, usandola un po’ per scacciare gli
importuni, un po’ per strofinarla con petulanza sulle facce di conoscenti o
d’ignoti che vengan loro incontro senza maschera.
Quando qualcuno è preso di mira e
viene accerchiato da cinque o sei ragazze, non ha più scampo. La ressa
gl’impedisce la fuga e, da qualunque parte si volti, le scopette gli
solleticano il naso. Difendersi energicamente contro queste o altre facezie è
molto pericoloso, perché le maschere sono inviolabili e le guardie hanno
l’ordine di proteggerle.” (J. W. Goethe, Viaggio
in Italia, pp. 551-552, Meridiani Mondadori, Milano 2006).
Il semel in anno licet insanire precristiano condensa il criterio
ispiratore delle deroghe all’adesione obbligatoria al sistema di segni che, attraverso le convenzioni sociali, esprime le
figure dei valori e la ratio entro cui la logica interpretativa
del senso deve muovere: si tratta di un’eccezione che, confermando la regola,
si offre quale concessione al popolo da parte dei due massimi poteri, che la
storia riconduceva all’Imperatore e al Papa. La lettura di questa rete di segni, nella chiave psicologica
della sua forza inconscia, era stata riportata dallo psicanalista Jacques Lacan
al Significante, uno dei quattro registri o ordini dell’esperienza fenomenica che va dal pensiero al mondo, gli
altri tre essendo il Simbolico, l’Immaginario e il Reale. Ciò che appartiene al significante è solo forma, come i
tratti di una fisionomia, un abito, un segno di stato sociale, ma ha il potere
di evocare senso in quanto collegato ad una rete di segni che rinvia ad un
senso implicito: l’abito fa il monaco
fino a prova del contrario, come dice il nostro presidente. La maschera, il
travestimento, la finzione di un ruolo assunto quale parte in commedia, sono
esempi notevolmente evidenti di un significante
emancipato dalla realtà del significato
e posto al servizio di un gioco, col
semplice fine intenzionale del divertimento, ma con il potere di consentire al
soggetto di uscire dalla gabbia simbolica che lega alla sua identità sociale il
peso di doveri, adempimenti, imposizioni, costrizioni e limitazioni all’espressione
di creatività e desideri. Per un poco, senza trasgredire le leggi, si può
uscire dal loro sistema, e anche da sé stessi, per essere un’altra persona, per
vivere per un po’ un’altra vita, per andare in vacanza dal proprio destino, dal
proprio tempo e dalla propria responsabilità cosciente.
Questa pausa, questa specie di
sospensione di un funzionamento psichico obbligato, se bene adoperata, può
avere effetti psichici positivi, ai quali oggi possiamo attribuire un valore
psicoterapeutico. Il mascheramento e la finzione di identità sono stati
esaminati nei termini di uno dei capisaldi dell’Arte del Vivere, ossia la giusta distanza.
L’esercizio di eclissi della propria
identità dietro quella del personaggio della finzione consente l’esperienza,
registrata come reale dal cervello, di rapporti definiti su basi diverse da
quelle consuete, non di rado associate a fisiopatologia da stress. Una “recita” che interrompe i vincoli evocativi ansiogeni
ordinari e consente un funzionamento psichico alternativo, può facilitare una
modificazione nella coscienza dell’intenso rapporto affettivo-emozionale con le
fonti (anche simboliche) di sofferenza psichica. La realtà dell’esperienza di
finzione e la sua efficacia gratificante possono favorire un ampliamento della
dimensione cosciente del giudizio circa la propria vita e le possibilità di
intervenire con esercizi di giusta distanza, per redistribuire gli investimenti
affettivi.
Notule
BM&L-24
novembre 2018
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